Proprio i suoi scatti raccontano il percorso di una famiglia che ha trasformato la passione per la propria terra in un'azienda di successo.

L'impegno e la dedizione di Giovanni hanno consentito all'Azienda Agricola Fiorentino di diventare il simbolo di una generazione attenta alla cura del dettaglio e rispettosa delle radici e del territorio.

1) Come nasce l' Azienda Agricola Fiorentino?

L’Azienda nasce dal desiderio della famiglia Fiorentino di dare un seguito imprenditoriale ad una attività ed una passione per il vino che ci hanno accompagnati da sempre e che già nei primi anni ‘90 si erano tradotte in una piccola attività di vinificazione e vendita dei nostri prodotti realizzate nella cantina di casa. Solo nel 2012, tuttavia, abbiamo deciso tutti insieme di dare un ulteriore impulso a questo sogno e di realizzare la nostra nuova cantina in bioarchitettura, legata non solo idealmente a quella “domestica” delle origini.

2) Se avessi la possibilità di ricominciare, faresti di nuovo le stesse scelte?

Sì, credo proprio di sì. Il vino è un mondo che mi ha sempre affascinato e, aggiungo, questa scelta di vita personalmente ha coinciso con la nascita delle mie figlie: a distanza di un po’ di anni credo che forse, nel desiderio di trasmettere loro qualcosa di autentico, io abbia scelto di dedicarmi totalmente a questo lavoro anche perché attraverso esso riesco a vivere in maniera genuina secondo quei valori in cui credo fermamente e che mi piacerebbe fosse il mio messaggio per chi verrà dopo: lavoro, dedizione, cura, rispetto dell’ambiente, innovazione etc.. Col tempo riesci a dare una spiegazione più compiuta di certe scelte che oggi, ripeto, rifarei.

3) Quante ore dedichi al lavoro in media ogni giorno? Descrivi la tua giornata tipo.

L’impresa ha assorbito completamente il mio tempo, non ho mai (è impossibile) ragionato in termini di orario: le imprese, grandi o piccole che siano, si identificano con chi le guida. Certo, mi piacerebbe poter delegare di più, ma sono cose che si ottengono con il tempo e con l’impegno. Il lavoro contiene in sé l’organizzazione e la programmazione delle attività nei vigneti e in cantina, le questioni di carattere amministrativo, il rapporto con i clienti e i fornitori, la cura di tutti i dettagli di ogni prodotto e della vendita, la partecipazione a eventi e l’accoglienza in cantina. Insomma, è un mondo abbastanza vasto, anche per una piccola azienda come la mia.

5) Come essere un imprenditore ha influenzato la tua vita familiare?

Mi chiedo spesso se essere assorbito così tanto da un lavoro possa essere un bene o un male per la mia famiglia. Mi rispondo, non lo so se per giustificare i miei tempi familiari, che ogni famiglia costruisce un equilibrio interno in base alle condizioni che in quel momento sono date e poi che non è tanto o solo la quantità della presenza fisica in famiglia che conta, quanto l’intensità della stessa, delle relazioni che uno è in grado di mantenere, di tenere vive e solide. Penso che – con qualche sacrificio per tutti – noi abbiamo trovato una nostra forma di equilibrio.

6) Quali sono i tuoi ideali e come definisci il successo?

Non so cosa sia il successo, conosco la soddisfazione per un risultato, per un lavoro, per una cosa fatta per come immaginavo o desideravo fosse fatta o venisse accolta da me o percepita dagli altri. Io vengo da una famiglia di emigranti: mio padre lo è stato, come i miei nonni, l’America per noi è stata una presenza abbastanza costante nello svolgimento della nostra esistenza. Nella nostra casa da bambini ci svegliavamo spesso molto presto per salutare papà, uno zio, una zia, un cugino che volta per volta partivano dal nostro paese per raggiungere un porto e un aeroporto che li avrebbe portati in America, in Venezuela. La nostra è stata una casa di saluti, di addii, tutt’al più di arrivederci, quindi anche di grande solitudine. Ecco, forse dentro di me hanno vissuto nel tempo il desiderio o – perché no? - la rabbia di ribaltare questo racconto e di cambiarne come potevo il corso. Quindi ho immaginato che la nostra avara terra degli addii potesse diventare una calda terra di “benvenuti”.

7) Quali sono i tre principali consigli che daresti ai giovani intenzionati ad intraprendere il tuo stesso percorso?

I miei consigli? Oggi sono diversi da quelli che avrei potuto dare solo qualche anno fa: ci troviamo nel bel mezzo di un cambiamento globale e ovviamente tutto questo ha dei riflessi importanti anche sulla vita di una impresa. Direi senz’altro di studiare il mercato, di capirne i meccanismi, di conoscerne i limiti e approfondirne le opportunità. Oggi non è sufficiente fare un buon vino, che è la precondizione, ma è necessario muoversi in uno scenario commerciale e un “umore” del mercato in continuo mutamento. Ecco, direi che il secondo mio consiglio è senz’altro quello di imparare a navigare in una condizione di incertezza. Il mio terzo consiglio è perseguire l’autenticità cioè riuscire a mettere nel proprio lavoro e trasfondere nei prodotti quella qualità e quel senso di unicità che soli possono provare a sostenere il cammino di una piccola azienda nel mare magnum del vino.

8) Hai trovato personale idoneo realmente motivato?

Credo di sì, grazie al cielo non è tutto un rifiuto del lavoro o una ricerca di impegni “lontano dalla terra”. C’è gente e ci sono giovani che in Irpinia stanno investendo come professione e professionalità in questo settore, per me è un privilegio avere collaboratori motivati che credono nelle risorse della nostra terra.

9) Hai nuovi progetti in cantiere?

Due in particolare, tra gli altri: quello di rafforzare gli strumenti e le metodologie per una agricoltura di precisione e quello di migliorare l’esperienza di visita in cantina e nei vigneti o comunque nell’azienda. Sono due asset diversi e importanti per la mia piccola azienda. Da una parte si tratta di rendere ancora più performanti gli sforzi per una agricoltura sostenibile, dall’altra vi è il mio desiderio di offrire ancora maggiori occasioni di fruizione del territorio dell’Azienda Agricola Fiorentino.

10) Perché hai scelto lo Studio Porcelli?

Nella scelta dello Studio Porcelli ha giocato molto l’esigenza di individuare professionisti che fossero vicini e “camminassero” fianco a fianco all’Azienda, che la accompagnassero con la costanza, la professionalità e la cura delle quali avvertivo il bisogno e che ritenevo dovessero essere necessarie, elementi di sicurezza e certezza nei tempi “incerti” che ci troviamo a vivere. Tutti elementi che sapevo il dr. Giovanni Porcelli con i suoi valenti Collaboratori avrebbero potuto fornirmi e che, ormai a distanza di anni, posso confermare con grande soddisfazione.


https://fiorentinowines.company.site/

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