Diceva Clemenceau: "Tutti amano il bello. Pochi possono permetterselo". Mara Carbone può.

Architetto, amministratore di società che si occupano del Superbonus 110% (l'agevolazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione che migliorano l'efficienza energetica di case e condomini), moglie e madre proiettata sul futuro, rifugge l'ostentazione. Fantasiosa, decisa, ambiziosa, sempre alla ricerca di effetti visivi diversi e moderni nel rispetto della natura e dell'ambiente.

1) Diventare architetto: un desiderio, un obiettivo o una sfida?

È uno stile di vita: da ragazzina mi muovevo intorno ad ogni tipo di costruzione osservandone ogni aspetto e chiedendomi il perché di ogni componente…diciamo che non ho avuto scelta!!
Nel tempo, crescendo, è cresciuta la mia curiosità ed il mio sapere e, senza accorgermene, i desideri sono diventati obiettivi di volta in volta più impegnativi. Oggi la sfida è continuare a desiderare di conoscere il prossimo obiettivo.

2) Se avessi la possibilità di ricominciare, faresti di nuovo le stesse scelte?

Raramente mi guardo indietro con rammarico. Sono convinta che ogni scelta, anche quella sbagliata, abbia concorso alla crescita personale e professionale di ognuno di noi. Piuttosto è importante guardare il presente sapendo di poter sempre ricominciare da se stessi.

3) Quante ore dedichi al lavoro in media ogni giorno?

I miei figli risponderebbero… troppe!!!

4) Descrivi la tua giornata tipo.

Avere una giornata tipo è una mia grande ambizione professionale, che perseguo con insistenza con poco successo. Il motivo principale credo sia da imputare alla eterogeneità di fattori legati allo svolgimento della professione tecnica e agli impegni familiari a cui cerco di non mancare.

5) Come mantieni un equilibrio tra casa e lavoro?

È un equilibrio fondamentale che viene garantito dalla partecipazione di tutti i membri della famiglia, soprattutto dai ragazzi, che cercano di calibrare e misurare le loro esigenze evitando apriori situazioni inconciliabili per tempi e modi. Sono per me un esempio di grande complicità e supporto, che al di là delle momentanee privazioni che cerco costantemente di recuperare, mi rendono molto orgogliosa di tutti noi.

6) Quali sono i tuoi ideali e come definisci il successo?

Per me gli ideali scaturiscono da un processo di astrazione logica di un pensiero attuato in azioni concrete, in modo da evitare di ridurli in improbabili giustificativi a cui imputare cause ed effetti dell’agire: i sani principi della correttezza professionale, del rispetto degli altri, della sincerità degli affetti e dei legami, definiscono in concreto gli ideali a cui possiamo o vogliamo associare tali principi nel vivere quotidiano.

La definizione di successo esige il raffronto con un parametro rispetto al quale misurarlo. Personalmente perseguo il successo, intimo e privato, della soddisfazione professionale misurata mediante l’acquisizione costante di competenze professionali che mi consentono di operare fattivamente in un contesto lavorativo avanzato e contemporaneo.

7) Che consigli daresti a donne intenzionate a questo tipo di carriera?

Non ho consigli da dare alle donne in particolare, ma sicuramente mi sento di condividere con i miei colleghi la consapevolezza che la nostra attività professionale, per la complessità e la responsabilità che comporta, richiede una dedizione assoluta al pari di tutte le altre professioni intellettuali.

8) Quale pensi sia il problema maggiore per una donna in questo settore e sul posto di lavoro in generale?

Questa è una domanda difficile: lavoro e vivo quotidianamente ignorando, volutamente, che esistono differenze di genere, attuando nella pratica il detto “la noncuranza è il miglior disprezzo”, ma il dato oggettivo sulla necessità di attuarlo conferma l’esistenza del problema.
Per le donne nel mio settore e su qualsiasi posto di lavoro, non c’è un problema da risolvere (altrimenti lo avremmo già risolto!!) per il semplice motivo che il problema non è reale ma fittizio, e come tale non ha soluzione. Il pragmatismo, che da sempre è ad appannaggio delle donne, comporta che il “fare” va ben oltre il “dire”.

9) Hai nuovi progetti in cantiere?

La sete di conoscenza apre costantemente a nuovi progetti. Le tendenze del mercato globale, improntate al superamento delle distanze geografiche, consentono di aprire orizzonti e sfide che meritano di essere vagliate premiando le competenze territoriali.

10) Perché hai scelto lo Studio Porcelli?

Giovanni Porcelli, oltre ad essere un esempio di stile e di modestia come persona prima ancora che come professionista, rappresenta di fatto un riferimento fondamentale di competenza e professionalità in linea con la mia attività professionale.

 

mara carbone

L'architetto Mara Carbone e il dottor Giovanni Porcelli


 

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